A.A.A. Cercasi

A.A.A. Cercasi

“Questa mattina mi è successa una cosa strana: mi sono svegliato e, come tutte le mattine, mi sono preparato per iniziare la giornata. Ma mi sono accorto che qualcosa non andava. Lei non c’era più. Non capisco come sia potuto succedere, perché non mi è sembrato di aver fatto nulla di strano ieri sera…
Ho aspettato un po’ prima di iniziare a cercarla, perché mi è capitato che in alcuni giorni lei ci mettesse un po’ ad arrivare, ma presto o tardi è sempre tornata. Oggi no, probabilmente devo averla lasciata andare per sbaglio…
Non riesco proprio a capire. Fatto sta che lei non c’è e forse si è persa, ho guardato dappertutto in casa, perfino sotto il letto, dentro glia rmadi e fra i libri, ma lei non c’è, ho bisogno di aiuto.”.
“Non si preoccupi, lei ha fatto proprio bene a chiedere il mio aiuto e questo è già un buon segno. Mi dica, prima di tutto, come è fatta, così verifichiamo se qualcuno può averla vista”.
“Dunque… lei è abbastanza discreta e si nasconde bene, se non la sai riconoscere. Comunque è verde, se l’accarezzi ti riscalda e ha un bel paio di ali, ma le piace stare anche con i piedi per terra. Generalmente, come le dicevo, è riservata e non si fa vedere da tutti e se provi a inseguirla non si fa raggiungere facilmente, è lei che sa quando farsi prendere. Ecco, si nutre di sogni, quindi magari posso tirarne fuori un paio dal cassetto, lasciarli davanti alla porta e aspettare”.
“No no, dia retta a me. Meglio non attendere, in questi casi bisogna muoversi subito. Sa dove può essersi diretta?”.
“Non saprei, in genere le piace la natura… Ma non era mai andata via senza di me prima d’ora, mi manca molto. Pensi che ce l’ho da quando sono piccolo e non posso pensare di averla persa. Deve essersi allontanata seguendo, magari, qualche pista e poi non ha più trovato la strada per tornare. Anch’io in questi ultimi tempi sono stato un po’ distratto, lo ammetto, a pensare ai fatti miei e non la portavo più molto fuori con me. Lei pensa che possa esserle successo qualcosa? Qualcono può averla rubata? Forse dovrei chiamare la polizia?”.
“Non credo che si tratti di un caso da forze dell’ordine o che sia stata rapita: di norma non sono cose che si rivendono facilmente, anche se so di gente che ne compra di false o di scarsa qualità… Ma questa è un’altra storia. Da quanto ho capito, può trattarsi di uno smarrimento momentaneo, ma vedrà che con pazienza e un po’ di ricerche la troveremo. Mi sembra che la cosa che lei ha perso sia perfettamente in grado di sopravvivere e cavarsela da sola per un po’, ma è necessario muoversi almeno in due o più per far prima a recuperarla. Ha già telefonato a qualche amico o parente per verificare che non sia da loro?
“Sì, sì, certo. MI hanno detto che per ora non sanno niente e che mi daranno una mano, ma che non possono fare tutto loro per me. Lei mi può aiutare? Secondo lei devo iniziare a cercare anche all’ospedale o.. peggio … Non voglio neanche immaginare che lei sia …”.
“Stia tranquillo, lei non è morta e non ha bisogno di particolari medicine, a meno che non si tratti proprio di un caso grave. Non si abbatta, sono sicuro che non le è successo niente di brutto”.
“Ma lei come fa ad esserne sicuro?”.
“Si fidi di me, sono uno psicologo e di casi come il suo ne ho visti tanti. Se desidera sarò felice di accompagnarla nella ricerca. Per farlo, avrò bisogno della sua più completa collaborazione. Le faccio solo un’ultima domanda: come si chiama la sua cosa smarrita? così possiamo iniziare da lì”.
“Ah, bella domanda… Lei ha un sacco di soprannomi e si fa chiamare in mille modi… Ma credo che il suo nome vero sia speranza”.