La psicoterapia in tre parole

Sempre più persone sono interessate a intraprendere un percorso di psicoterapia, come rilevato anche dalla grande adesione al bonus psicologo messo a disposizione per il 2022. In attesa del decreto attuativo che definisce i criteri e le modalità di domanda per il 2023, rispondo a uno dei quesiti che mi sono sentita rivolgere più spesso in questi ultimi tempi. Cos’è la psicoterapia? Per farlo utilizzerò solo tre parole.

Cura

La psicoterapia è un percorso di cura. Cura di cosa? Della mente, dei suoi disagi e disturbi. Prendersi cura di sé vuol dire anche dedicarsi al proprio benessere e alla propria crescita. La psicoterapia può fare tutto questo mediante differenti orientamenti terapeutici e strumenti, definiti da linee guida scientifiche e riconosciute dall’Organizzazione Mondiale per la sanità. E per capire quale sia la cura più adatta per ciascuno è previsto un primo momento di conoscenza tra terapeuta e paziente alla fine del quale verranno condivisi un inquadramento diagnostico e un piano terapeutico. La parola percorso significa che la psicoterapia non è una cura da assumere solo una volta. In certe situazioni anche solo una seduta può rivelarsi sufficiente, ma la sua natura è quella di accompagnare la persona in un processo di durata non definibile a priori, ma adattabile alle esigenze di ognuno.

Parola

La psicoterapia è una terapia della parola. La cura psicologica parte dal linguaggio verbale e molti studi hanno notato come un percorso terapeutico efficace sia in grado di produrre cambiamenti positivi visibili nel cervello tramite la risonanza magnetica. Le parole sono in grado di evocare pensieri, stati d’animo, sensazioni fisiche e fantasie che vengono esaminate e utilizzare per costruire insieme nuovi significati e attivare risorse di guarigione. La parola costituisce gran parte del processo, ma sono altrettanto importanti i silenzi, il coinvolgimento del corpo e di altre forme di espressione: tutto questo per dare voce a ciò che ancora non può essere espresso attraverso il dialogo.

Relazione

La relazione fra terapeuta e paziente è chiamata relazione terapeutica. E’ un elemento fondante del processo di psicoterapia e ne garantisce i risultati anche a lungo termine, perché da essa scaturiscono molte risorse utili sia al paziente che al terapeuta per il raggiungimento della buona riuscita del percorso. Può capitare che i genitori, dei buoni amici o altre figure diventino presenze preziose per noi e ci aiutino nei momenti difficili. Essi svolgono un ruolo importante, ma differente da quello dello psicoterapeuta, che possiede le competenze e la capacità di instaurare  con chi entra in  terapia una relazione empatica, non giudicante, all’interno della quale si può percepire un clima di fiducia, sicurezza e rispetto reciproco. Essendo un legame anche di tipo affettivo, è naturale che non tutti i terapeuti siano quelli “giusti” per tutti i pazienti e lo stesso discorso vale dall’altra parte. È necessario che entrambi sentano di stare creando un’alleanza terapeutica forte, uno spazio dentro cui esplorare ricordi, speranze, difficoltà e pensieri non ancora conosciuti. Esistono alcune regole prestabilite che guidano questa relazione, ma proprio come accade ad ogni altra, anche questo tipo di rapporto  è unico e irripetibile per ogni persona. 

E’ tutto? Assolutamente no! Seguiranno aggiornamenti e chi desidera può contattarmi per saperne di più. Le vostre curiosità potrebbero dare vita anche a nuovi contenuti da leggere qui.